Requisiti per l’accesso alla procedura di ristrutturazione dei debiti del consumatore

Requisiti per l’accesso alla procedura di ristrutturazione dei debiti del consumatore

La procedura di ristrutturazione dei debiti del consumatore, prevista dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII), è un’opportunità per i consumatori che si trovano in difficoltà economiche a causa di un eccessivo indebitamento. L’obiettivo della procedura è quello di consentire al debitore di riorganizzare i propri debiti senza dover ricorrere alla liquidazione dei beni, mantenendo una certa continuità nella sua vita economica e sociale. Tuttavia, l’accesso a questa procedura richiede il soddisfacimento di alcuni requisiti fondamentali.

  1. Requisito soggettivo: la qualità di consumatore

Per poter accedere alla procedura di ristrutturazione dei debiti, il soggetto deve essere un consumatore. La nozione di consumatore, ai sensi dell’art. 2 del CCII, è quella di una persona fisica che ha contratto debiti esclusivamente per scopi non imprenditoriali o professionali. In altre parole, non possono accedere alla procedura le persone giuridiche (come le società) o i professionisti che esercitano una propria attività economica.

Il consumatore deve essere una persona che ha contratto obbligazioni per scopi personali, familiari o comunque non legati alla propria attività professionale. Ad esempio, debiti derivanti da prestiti personali, carte di credito, mutui per la casa, o spese quotidiane rientrano nel campo di applicazione.

  1. Requisito oggettivo: l’insolvenza

Un altro requisito essenziale per l’accesso alla procedura di ristrutturazione dei debiti è che il consumatore sia in situazione di insolvenza. L’insolvenza, secondo la definizione del CCII, si verifica quando il debitore non è in grado di adempiere regolarmente alle proprie obbligazioni con i propri creditori, cioè quando non ha la capacità di pagare i debiti nei termini previsti dagli accordi stipulati.

L’insolvenza deve essere attuale, non una situazione che potrebbe verificarsi in futuro, e deve essere oggettivamente verificabile. Ciò significa che il debitore dovrà fornire una panoramica della propria situazione patrimoniale, economica e finanziaria, in modo che il giudice possa accertare l’impossibilità di adempiere agli impegni.

  1. Proposta di piano di ristrutturazione dei debiti

Un requisito fondamentale per l’accesso alla procedura è che il consumatore proponga un piano di ristrutturazione dei debiti. Questo piano deve essere redatto in modo dettagliato e realistico, illustrando come il consumatore intende risolvere la propria situazione debitoria attraverso una riorganizzazione dei pagamenti.

Il piano deve indicare:

  • L’entità dei debiti e la loro suddivisione tra i vari creditori.
  • Le modalità di pagamento, comprese le scadenze e gli importi.
  • Le eventuali richieste di riduzione o modifica delle condizioni di pagamento.

Il piano deve essere congruo e sostenibile, cioè deve prevedere modalità di adempimento realistiche, che tengano conto delle effettive possibilità economiche del consumatore. Non è sufficiente un piano generico; deve essere adeguato alla situazione del debitore.

  1. Accordo con i creditori: la fase di omologazione

Il piano proposto dal consumatore deve essere approvato dai creditori per poter essere omologato dal tribunale. A tal fine, il consumatore deve cercare un accordo con i creditori principali, in modo che il piano di ristrutturazione venga accettato dalla maggioranza degli stessi. La proposta di ristrutturazione dei debiti diventa vincolante solo quando ottiene l’omologazione da parte del giudice.

Nel caso in cui i creditori non raggiungano un accordo, la procedura di ristrutturazione può essere dichiarata improcedibile e il debitore potrebbe dover affrontare la procedura di liquidazione. Tuttavia, anche in questo caso, è possibile cercare una soluzione alternativa, come una successiva proposta modificata.

  1. Assenza di frodi o comportamenti dolosi

Un altro requisito importante per l’accesso alla procedura di ristrutturazione è l’assenza di colpa grave, malafede o frode da parte del debitore. Il consumatore non deve aver messo in atto comportamenti ingannevoli, come ad esempio l’occultamento di beni, l’alterazione dei bilanci, o l’assunzione di debiti consapevolmente non sostenibili, in quanto tali comportamenti impedirebbero l’accesso alla procedura.

Se il tribunale rileva che il debitore ha agito con colpa grave, malafede o frode, l’accesso alla procedura di ristrutturazione dei debiti sarà escluso.

  1. La proposta di accordo non può essere irrealizzabile

Il piano di ristrutturazione proposto deve essere realizzabile e non può prevedere un’accettazione di condizioni che appaiano palesemente irrealistiche. In altre parole, il consumatore deve dimostrare di poter rispettare gli impegni previsti dal piano in base alla propria situazione finanziaria attuale e alle proprie capacità di rimborso.

  1. La durata della procedura

Infine, un altro requisito importante riguarda la durata della procedura. La ristrutturazione dei debiti, se accettata, prevede un piano di rimborso che può avere una durata di massimo 5 anni, tempo durante il quale il debitore è obbligato a rispettare gli impegni assunti. L’estensione di questo periodo è una delle ragioni per cui la proposta deve essere praticabile.

Conclusioni

La procedura di ristrutturazione dei debiti del consumatore rappresenta una soluzione utile per coloro che si trovano in difficoltà economiche. Per poter accedere a tale procedura è fondamentale che il consumatore rispetti determinati requisiti, tra cui la qualità di consumatore, la situazione di insolvenza, la proposta di un piano concreto e sostenibile e l’assenza di colpa grave, malafede o frode. Una volta soddisfatti questi requisiti, il consumatore può ottenere una riduzione dei debiti e la possibilità di riprendere in mano la propria vita economica senza dover ricorrere alla liquidazione dei beni.