da Natascia Bombardini | Gen 23, 2025 | Crisi d'impresa, Sovraindebitamento
È ammessa la proposta di concordato minore in continuità diretta, ai sensi dell’articolo 74, comma 1, del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII), presentata dal titolare di una ditta individuale. Tale proposta può prevedere l’esclusione dal passivo del mutuo fondiario in essere, che grava sull’immobile destinato sia a residenza principale del debitore che a sede legale della ditta stessa in virtù di quanto stabilito dal nuovo articolo 75, comma 2-bis, del CCII, comma introdotto con l’entrata in vigore del Correttivo al CCII. La validità della proposta è inoltre supportata dall’attestazione dell’Organismo di Composizione della Crisi (OCC), che certifica la fattibilità e la correttezza della soluzione proposta, in linea con le finalità di risanamento e continuità dell’attività economica previste dalla normativa.
da Natascia Bombardini | Gen 18, 2025 | Ristrutturazione dei debiti del consumatore, Sovraindebitamento
Il debitore che intende regolare debiti derivanti da garanzie di tipo fideiussorio concesse a favore di una società in accomandita semplice il cui socio accomandatario, pertanto responsabile illimitatamente, è il coniuge, può essere ammesso alla procedura di ristrutturazione dei debiti prevista dall’articolo 67 del Codice della Crisi d’impresa e dell’Insolvenza (CCII) in quanto lo stesso debitore non riveste cariche o poteri di amministrazione nella società.
Può perciò essere qualificabile come consumatore.
da Natascia Bombardini | Gen 17, 2025 | Crisi d'impresa, Senza categoria, Sovraindebitamento
Nel caso in cui la crisi da sovraindebitamento riguardi membri di una stessa famiglia è necessario il coordinamento dei criteri di individuazione del foro competente.
Nel caso in cui i fori di competenza siano diversi per i vari membri della famiglia in virtù della diversa residenza, l’articolo 66 del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII), che regolamenta le procedure familiari, stabilisce che sia competente il giudice adito per primo.
Pertanto il tribunale competente è quello al quale si è rivolto per primo in ordine di tempo uno dei membri della famiglia che presentare un unico progetto di risoluzione della crisi da sovraindebitamento.
Tale possibilità è prevista in due casi, in particolare quando i membri della famiglia siano conviventi oppure nel caso in cui il sovraindebitamento abbia un’origine comune.
Altri articoli sullo stesso tema: https://www.sovraindebitamentoecrisidimpresa.it/procedure-familiari-2/
da Natascia Bombardini | Gen 11, 2025 | Crisi d'impresa, Sovraindebitamento
La proposta di concordato minore in continuità aziendale avanzata dalla s.a.s., che ha accumulato prevalentemente debiti tributari, è inammissibile. Tale proposta prevede il pagamento ridotto dei creditori, senza fornire un’analisi dettagliata dei costi e dei ricavi derivanti dal piano quinquennale in continuità. Questa analisi è essenziale per formulare un giudizio prognostico sulla sostenibilità e solvibilità del piano, elementi che dovrebbero essere attestati dal gestore. Il gestore ha il compito di sostituire il tribunale nel giudizio sulla fattibilità economica del piano e di fornire ai creditori un supporto informativo completo per l’espressione del voto.
Inoltre, è condivisibile l’orientamento recente della Cassazione (27.11.2024, n. 2963) che ha affermato l’importanza della valutazione del comportamento del debitore anche negli accordi di ristrutturazione dei debiti del sovraindebitato. Le cause del sovraindebitamento influenzano la valutazione della fattibilità del piano in termini di affidabilità del proponente. Nel caso specifico, la ricorrente ha continuato ad operare, aggravando il proprio dissesto e dimostrando una totale mancanza di diligenza nella gestione dell’impresa, fattore che incide negativamente sul giudizio di fattibilità del piano proposto.
da Natascia Bombardini | Gen 10, 2025 | Crisi d'impresa, Sovraindebitamento
L’istituto del cosiddetto cram down non permette al giudice di superare automaticamente la mancata adesione dell’amministrazione finanziaria e degli enti previdenziali, ai quali spetta solitamente il compito di tutelare l’interesse pubblico loro assegnato. Il superamento del dissenso è possibile solo quando questi enti restano inerti o quando il loro voto contrario all’approvazione del concordato risulta obiettivamente privo di giustificazione.
Nel giudizio di cram down, il Tribunale deve valutare la ragionevolezza della scelta dell’Erario di esprimere voto contrario, confrontando il trattamento del credito erariale con quello riservato agli altri creditori. Si configura un abuso dell’istituto normativo previsto dall’art. 80, comma 3, del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII), quando il concordato minore viene utilizzato non per risolvere il sovraindebitamento e consentire la continuazione dell’attività professionale, ma esclusivamente per eliminare il consistente debito accumulato nei confronti dell’Agenzia delle Entrate.