Il debitore in questione è un soggetto definito dalla normativa “consumatore” in quanto lavoratore
dipendente che non ha mai esercitato impresa commerciale. La situazione di grave indebitamento è iniziata a seguito di una serie di fattori. Il soggetto ha contratto un mutuo ipotecario trentennale per l’acquisto della sua prima casa, successivamente, ha assunto finanziamenti aggiuntivi per far fronte a varie necessità familiari, tra cui spese legali per un contezioso, l’acquisto di un’auto usata per recarsi al lavoro e la ristrutturazione dell’abitazione. Ha inoltre garantito un prestito alla moglie per l’avvio di un’attività imprenditoriale.
Purtroppo gli effetti della pandemia da Covid -19 si sono riversati sulla famiglia del debitore, a causa delle restrizioni e delle chiusure imposte, il soggetto è stato messo in cassa integrazione per un periodo e la moglie ha dovuto cedere l’attività poiché non era in grado di sostenere i costi. La consequenziale contrazione del reddito familiare ha contribuito ad un ulteriore indebitamento, dovendo ricorrere ad altri prestiti per far fronte al sostentamento, e ha portato il debitore ad una situazione di sovraindebitamento, non riuscendo più a rimborsare i finanziamenti assunti.
Il piano della durata di 6 anni è stato omologato mettendo a disposizione della procedura una quota del reddito mensile come stabilito dal Giudice, ed escludendo l’abitazione in quanto prima casa e destinata a residenza del nucleo familiare nonché l’autovettura di scarso valore commerciale e necessaria agli spostamenti per recarsi al lavoro e per le normali esigenze familiari.