La gestione dell’impresa non riguarda solo la produzione, la vendita o il profitto. Uno degli aspetti più delicati è la responsabilità nella prevenzione e nella gestione della crisi d’impresa. Ignorare i segnali di difficoltà economico-finanziaria può tradursi in gravi responsabilità, anche personali.
Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.lgs. 14/2019) ha introdotto un sistema normativo che impone agli imprenditori l’obbligo di monitorare tempestivamente lo stato di salute dell’azienda e, in caso di difficoltà, di attivare strumenti di allerta e misure protettive per affrontare la crisi prima che diventi irreversibile.
Vediamo nel dettaglio quali sono gli obblighi, quali strumenti la legge prevede e come tutelarsi efficacemente.
Secondo l’art. 3 del Codice della Crisi, l’imprenditore ha l’obbligo di adottare un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche per:
- rilevare tempestivamente lo stato di crisi;
- assumere le iniziative necessarie per superarla.
In pratica, l’imprenditore (anche di una PMI) deve monitorare costantemente la sostenibilità dei debiti, la continuità aziendale e i flussi finanziari, adottando strumenti che consentano di individuare per tempo segnali di difficoltà.
Inadempienze a questi obblighi possono determinare:
- responsabilità civile verso creditori o soci;
- azione di responsabilità in caso di liquidazione giudiziale;
- perdita della protezione patrimoniale (soprattutto nelle s.r.l.).
Lo stato di crisi è definito come la probabilità di futura insolvenza. Non si tratta di un fallimento già in atto, ma di una condizione di rischio che può degenerare se non gestita per tempo.
Segnali tipici di crisi includono:
- ritardi nei pagamenti, anche degli stipendi;
- tensione di cassa;
- squilibri nei rapporti tra crediti e debiti;
- perdita della continuità aziendale (incapacità di operare nel medio termine).
Misure protettive: tutela durante la gestione della crisi
Quando l’imprenditore avvia una procedura di composizione negoziata o un’altra misura prevista dal Codice della Crisi, può richiedere misure protettive che bloccano, temporaneamente:
- azioni esecutive individuali (es. pignoramenti);
- azioni cautelari promosse dai creditori;
- scioglimento dei contratti in essere per inadempimento.
Le misure protettive sono autorizzate dal tribunale e pubblicate nel registro delle imprese. Durano 120 giorni (prorogabili) e permettono all’imprenditore di trattare con i creditori senza il rischio di aggressioni giudiziarie.
La composizione negoziata: lo strumento di risanamento principale
È la procedura principale per affrontare la crisi in modo riservato e volontario. Consiste nell’affiancamento di un esperto terzo (nominato dalla Camera di Commercio), che supporta l’imprenditore nella gestione delle trattative con i creditori.
Si tratta di un percorso extragiudiziale, attivabile online, che consente:
- di ottenere protezione legale (misure protettive);
- di proporre accordi, moratorie o ristrutturazioni del debito;
- di evitare il ricorso a procedure concorsuali più gravose.
Vantaggi di un intervento tempestivo
- Evita il peggioramento della situazione debitoria
- Protegge il patrimonio personale dell’imprenditore
- Migliora le possibilità di risanamento o uscita ordinata dalla crisi
- Aumenta la fiducia dei creditori e dei fornitori
- Riduce il rischio di responsabilità personale o penale
La crisi d’impresa non è un evento improvviso, ma un processo che spesso può essere intercettato e gestito con gli strumenti giusti. Il Codice della Crisi impone all’imprenditore di non rimanere inerte, ma di attivarsi per tempo con strumenti di controllo, allerta e protezione.
Comprendere questi obblighi e strumenti non è solo una tutela per l’impresa, ma anche per chi la guida.
Se ti trovi in una fase delicata o hai rilevato segnali di squilibrio nella tua azienda, valuta subito un confronto con un esperto della crisi d’impresa: agire in tempo può fare la differenza tra risanamento e fallimento.