Flessibilità nella durata del piano di ristrutturazione del consumatore
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Ristrutturazione dei debiti del consumatore | Sovraindebitamento

Nel contesto delle procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento in riferimento al piano di ristrutturazione del consumatore, che rappresenta uno strumento fondamentale per il risanamento delle posizioni debitorie, una delle questioni più rilevanti per i soggetti coinvolti riguarda la durata massima del piano. Siccome la normativa non prevede la durata della procedura, ci si chiede se esiste un limite temporale invalicabile.

In assenza di divieti normativi espressi, la durata del piano di ristrutturazione può superare i cinque anni, a condizione però che ciò sia giustificato da elementi oggettivi. La legge, infatti, non impone un tetto massimo inderogabile, ma affida al giudice e ai professionisti coinvolti il compito di valutare la congruità della proposta rispetto alla situazione specifica del debitore.

I limiti sostanziali: capacità reddituale ed aspettativa di vita

Il principio guida nella determinazione della durata del piano è la sostenibilità economica dello stesso. In altre parole, la proposta deve essere coerente con:

  • La capacità reddituale del debitore, ovvero la reale possibilità di produrre un reddito sufficiente a soddisfare, seppur parzialmente, i creditori secondo i termini del piano;
  • L’aspettativa di vita, intesa non solo in senso anagrafico, ma anche in relazione alla condizione lavorativa, alla salute e ad altri fattori personali che possano influire sulla durata dell’impegno.

In questo senso, la durata del piano non è arbitraria: un piano eccessivamente lungo, che vada oltre le possibilità del debitore di rispettarlo, sarebbe considerato inammissibile, anche in mancanza di limiti normativi espressi.

Una maggiore tutela per il debitore meritevole

La possibilità di estendere la durata del piano oltre il quinquennio consente una maggiore flessibilità e tutela per il debitore meritevole, ovvero colui che si trova in una condizione di difficoltà non imputabile a dolo o colpa grave. Questa apertura è coerente con lo spirito della normativa sul sovraindebitamento, che mira a offrire una seconda possibilità a chi si trovi in una situazione di crisi irreversibile.

Conclusioni

In definitiva, la durata del piano di ristrutturazione del consumatore può superare i cinque anni, a patto che sia giustificata dalla capacità economica del debitore e compatibile con la sua condizione personale. Non esistendo un limite rigido imposto dalla legge, è fondamentale che ogni proposta sia costruita su basi realistiche e documentate, per garantire non solo l’approvazione del piano, ma anche la sua concreta realizzazione.